“La sera in cui il mio matrimonio terminò, ero già stesa sul pavimento, quindi non fece molta differenza, ma mi sarei accasciata comunque.”

Quando Celeste scopre che Nathan, il marito, se ne è andato e la tradisce con una donna più giovane, lei smette di esistere. Perché sono anni che Celeste vive di luce riflessa: sopravvive solo grazie alla certezza dell’amore di Nathan, del suo sguardo puntato su di lei, inebriata dalla bellezza del suo uomo e dal suo benessere economico, fatto di auto costose, serate a suon di coppe di champagne, ville e qualche vizio che è alla base della loro passione.

Un paradiso privato che d’improvviso le crolla addosso sprofondandola in una paralisi di paranoia, abiezione e annichilimento, fino a quando, spinta dal fumo delle proprie ossessioni, decide di diventare la protagonista della propria tragedia e di riprendersi quello che è suo: e per farlo non guarderà in faccia a nessuno, arrivando a compiere atti che né lei né i lettori avrebbero potuto immaginare. Storia di una rinascita che, però, è allo stesso tempo una discesa nell’abisso e una meditazione sul potere che abbiamo sugli altri, Paradiso privato è costruito attorno a una domanda fondamentale, che ci riguarda tutti: fin dove siamo disposti a spingerci per riprendere quello che è nostro?

Mariangela Ballardini, al suo secondo romanzo, dà voce e corpo a una storia di vendetta che è il ritratto, spietato ma, in fondo, anche molto divertente, delle ossessioni che definiscono la nostra epoca.

Questo libro è da leggere…

se vi sentite impotenti davanti alle cose che capitano; se anche solo una volta avete fantasticato di restituire un po’ del male che avete ricevuto.

“Ci scegliamo e ci innamoriamo con la pretesa di essere insostituibili, anime gemelle capaci di riconoscersi tra miliardi di persone, invece non siamo altro che animali, bastano una manciata di giorni, delle nuove abitudini, un nuovo odore da annusare per farci dimenticare del passato e portarci lontano.”

– Mariangela Ballardini, Paradiso privato